Comunicato della Consulta di Topografia Antica sulle recenti iniziative legislative in materia di tutela

La Consulta di Topografia Antica esprime il suo più vivo allarme e la sua contrarietà nei confronti di alcune recenti iniziative legislative che mirano ad azzerare le competenze di tutela delle Soprintendenze sul paesaggio e sul patrimonio urbanistico e monumentale, in aperto contrasto con l’art. 9 della Costituzione Italiana.

Dopo il Disegno di Legge n. 1003/2024 della Lega, che mira a eliminare il vincolo paesaggistico per i comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti (cioè l’85% dei comuni italiani, che coprono il 70% del territorio nazionale), la stessa Lega ha presentato un emendamento al Decreto Cultura per modificare sette articoli del Codice dei Beni Culturali in modo da rendere non vincolante il parere delle Soprintendenze. Si tratta dell’individuazione di immobili e aree sensibili nei piani paesaggistici (art. 143), degli interventi su immobili e aree sottoposti a tutela (art. 146), di interventi che riguardano strade, cave, condotte e palificazioni (art. 152), cartelloni pubblicitari (art. 153), tinteggiature di edifici (art. 154) e perfino situazioni compromesse da interventi non autorizzati (artt. 167 e 181).

Grazie all’opposizione del Ministro della Cultura Alessandro Giuli l’emendamento è stato ritirato, ma è stata dichiarata l’intenzione di riproporlo come provvedimento a sé stante.

La Consulta di Topografia Antica associa la sua voce a quella delle consulte universitarie e delle associazioni professionali che già hanno espresso la loro contrarietà a provvedimenti che avrebbero un effetto devastante di cementificazione del territorio italiano. Dopo che la riforma Franceschini, sotto il governo Renzi, ha già gravemente depotenziato le Soprintendenze, questi ulteriori provvedimenti sarebbero la pietra tombale sul paesaggio italiano e sulla sua tutela, consegnandolo al far west della speculazione. La Consulta auspica dunque una mobilitazione della società civile e di tutti coloro che hanno a cuore la tutela del nostro patrimonio culturale diffuso, un valore e una ricchezza che trascendono i confini politici ed ideologici in quanto fanno parte delle ragioni profonde della convivenza civile e della definizione della cultura italiana, con una tradizione di tutela che ha fatto scuola nel mondo e che verrebbe invece sconfessata proprio da coloro che per primi dovrebbero curarsene. 

Potrebbero interessarti anche...